Mensile Samurai, Aprile 2011- by Maria Moroni

 

L’incontro tra Giacobbe Fragomeni e la boxe avviene sul finire degli anni ’80.

Il giovane ribelle, stufo di una vita fatta di eccessi, quando aveva 20 anni entrò per la prima volta nella palestra milanese del maestro Ottavio Tazzi, detto il "nonno".

Non ebbe una grande accoglienza perché il “ nonno” non aveva tempo da perdere con chi non voleva  praticare seriamente la boxe e, così, nel primo periodo Fragomeni dovette conquistare la fiducia del suo maestro. Per la prima volta salì sul ring a 21 anni e a 22 aveva già aveva combattuto  una cinquantina di incontri da dilettante. Sono passati più di 20 anni e, oggi, Giacobbe Fragomeni, dopo una brillante carriera da dilettante conclusa con la partecipazione alle Olimpiadi di Sydney 2000, aggiunge nel suo palmares da professionista il suo V campionato del Mondo, quattro diputati nella sigla WBC e l’ultimo nella WBO.

Da dicembre 2010 si allena presso la palestra Boxe Parma con il maestro Maurizio Zennoni trasferendosi a Langhirano (PR). Fin dagli inizi del professionismo ha fatto sempre parte della scuderia Opi 2000 gestito dal promoter Salvatore Cherchi e dal manager Christian Cherchi.

Gli si illuminano gli occhi quando parla del “nonno” e di quando ricorda i suoi inizi con la boxe. 

E proprio dagli occhi, dai suoi occhi luminosi e vispi di color verde che iniziamo questa intervista.

Cosa significa guardare negli occhi l’avversario?

“ Devo distinguere i vari momenti, prima e durante il match: prima del match e quindi durante le operazioni di peso, cerco di incrociare lo sguardo del mio avversario per vedere come si comporta, se è intimidito, se è spavaldo e sicuro di se, insomma inizio a studiarlo. Come dice sempre il mio maestro Maurizio Zennoni “l’occhio tutto può far al di fuor di mentir” e quindi, in base a questa massima, lo guardo fisso negli occhi per capire  la sua reazione.

Poi sul ring è tutta un’altra cosa. Quando sono all’angolo, nei minuti che precedono l'inizio del match, non lo guardo più di tanto, mentre quando suona il gong non gli tolgo più lo sguardo in modo da capire  il suo stato d’animo.”

Cerca di intimorire l’avversario con il suo sguardo?

“ No, si intimorisce da solo!

Ho un tipo di boxe da demolitore, vado sempre avanti guardandolo fisso negli occhi, non facendo mai un passo indietro. Questo tipo di boxe è molto pressante. A dir la verità è in questo modo che ho vinto molti dei miei match. I miei avversari si demoralizzano perché vedono, ma soprattutto sentono, la mia pressione fisica e psicologica.”

Come si prepara Giacobbe Fragomeni per un match?

“ Condurre una vita sana è fondamentale per ogni atleta, soprattutto per quelli che praticano sport individuali. Al mattino faccio la preparazione atletica nelle colline parmensi e nel pomeriggio vado nella palestra Boxe Parma sempre con Maurizio Zennoni. Durante la preparazione per il combattimento preferisco non vedere nessun video del mio avversario perché studiare i suoi match precedenti serve a poco considerando che potrebbe sempre cambiare tipo di boxe. Mi informo solo se è mancino.”

Come è iniziata la sua carriera da professionista?

“ Sicuramente non nel migliore dei modi…

In totale sono 10 anni che combatto da professionista, dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Sydney 2000, ma in realtà sono 8 anni perché nei primi due la fortuna non ha bussato alla mia porta.

Nel 2002 ha avuto un brutto infortunio al tendine del bicipite brachiale sinistro (gomito sinistro) e l’ anno successivo, nel 2003, mi sono operato allo scafoide della mano destra. Poi, fortunatamente, tutto è passato ed ho iniziato a combattere seriamente grazie al team di Salvatore e Christian Cherchi.”

Nella sua vita, oltre alla boxe c’è anche un altro amore che si chiama Letizia Maria, vero?

“ Assolutamente si! E’ la mia bimba, il mio gioiellino di 5 anni. Invertendo i due nomi l’ho chiamata come mia sorella maggiore, in ricordo di lei, alla quale ero molto legato.”

Data la sua età pensa alla fine della sua carriera da pugile?

“ La fine della carriera, cos’è ? si mangia? A parte gli scherzi, sono molto concentrato nella mia attività da pugile e quindi, per ora, non so cosa farò da grande !!!

La vita da atleta si è allungata molto e fino a quando il mio fisico e la mia mente reggeranno, continuerò.

Una cosa è certa…prenderò gli attestati necessari per diventare tecnico di boxe e personal trainer…..ma solo per insegnare alle donne ! “