Corriere Dell'Umbria, 26 Novembre 2010- by Maria Moroni

 

Velocità, primati, adrenalina, famiglia.

Queste sono le quattro parole che descrivono Giulio Valentini. Ha praticato ogni tipo di sport: dal motocross al tennis, dal nuoto alla mountain bike. La sua grande passione sono stati e sono i motori tanto che per 4 anni, dal 1989 al 1992, ha partecipato al campionato umbro di motocross cat. 250 t2 ottenendo ottimi risultati anche a livello interregionale e nelle gare indoor. La sua vita cambia quando nei primi giorni di gennaio del 1993 subisce un grave incidente durante un allenamento di motocross che gli causò la paralisi degli arti inferiori.

Con grande determinazione reagisce ricostruendosi una nuova vita anche grazie allo sport.

Dal 2001 ad oggi è un istruttore della scuola di guida sportiva della F.I.S.A.P.S. (Federazione Italiana Sport Automobilismo patenti Speciali), dal 2002 al 2007 ha collaborato come istruttore di guida sicura con l’audi (audi experience) mentre dal 2007 al 2009 con la volkswagen modility. Attualmente è consigliere federale nazionale della F.I.S.A.P.S. e dal 2009 è consigliere nazionale della CSAI (commissione sportiva automobilistica italiana) eletto come rappresentante dei disabili,  sovrintendendo ed organizzando tutta l’ attività automobilistica italiana, dal Gran Premio di Formula 1 di Monza alle gare minori. Da atleta, tra i vari primati ed ottimi piazzamenti, nel 2004 partecipa all’Uniroyal Fun Cup con una vettura gestita dalla scuderia del Girasole classificandosi al 16° assoluto e premiato come migliore tra i piloti disabili in un campionato con oltre 130 partecipanti. Sempre in quell’anno ha il piacere di partecipare alla gara extra campionato sulla mitica pista di Spa Francorchamps in Belgio sostenendo ben 25 ore di gara. E’ stato il primo disabile a vincere il campionato drive trophy 2005 gareggiando anche con i normodotati, nel 2007 ha vinto il campionato Italian Touring Car championship e nel 2010 ha partecipato alla coppa Italia classificandosi 8° assoluto con l’ Alfa Romeo 147 gta cup.

Dopo l’incidente in moto quando ha cominciato a correre in pista con le autovetture? 

“Nel 1995, a 25 anni, ho contatto la Federazione Italiana Sport Automobilismo patenti Speciali per avere maggiori informazioni su come poter prendere la patente da pilota. In quegli anni la trafila per un disabile era molto difficile e bisognava superer molti test. Ho subito partecipato al corso di guida sportiva della FISAPS e poi al Trofeo Fiat-Fisaps, riservato a piloti disabili. Vinsi il campionato italiano e l’ abilitazione di gareggiare in campionati con piloti normodotati l’ho potuta prendere solo dopo il superamento di un importante test in pista. A Vallelunga, davanti alla commissione composta dall’ex pilota di formula 1 Stefano Modena e da 2 medici del Centro Acquacetosa di Roma, ho dimostrato di avere senso della velocità e della traiettoria e ho dovuto superare il test specifico dell’ abbandono della vetture in condizioni di pericolo in meno di 12 secondi.”

Per lei che cos’è la velocità?

“La velocità è un qualcosa che ho dentro: ho bisogno delle scariche di adrenalina, del contatto sportivo con gli avversari, delle sportellate insomma!!

La velocità è una filosofia di vita. In quei momenti riesco a liberarmi dai mille pensieri che mi frullano in testa. Sono euforicamente concentrato al 100%. Penso solo a quello che devo fare per andare sempre più forte. In quei momenti io e i miei avversari siamo uguali: piloti con le stesse necessità ed esigenze. Le differenze ricompaiono solo quando la gara è terminata e bisogna scendere dalla macchina.”

Nelle gare di automobilismo i disabili e i normodotati partecipano a due campionati distinti oppure non esistono più differenze?

“Nell’ automobilismo ora non c’è più differenza. Oggi poter prendere il brevetto da pilota di auto in pista è un po’ più facile di prima, basta partecipare ai corsi di guida sportiva della FISAPS e chi è ritenuto idoneo all'attività in pista può fin da subito prendere la licenza e scegliere in quale specialità dedicarsi insieme ai normodotati, dalla pista ai rally dalle salite agli slalom etc.

Esiste un solo vincolo uguale per tutti: l’obbligatorietà della cilindrata per chi è alle prime esperienze automobilistiche.

Invece per chi vuole fare il karting delle differenze ci sono ancora, ognuno gareggia nelle propria categoria. E questa è una delle mie lotte che sto portando avanti nella CSAI. Il problema è proprio nel tipo di auto. Nelle vetture è possibile inserire tutte le modifiche necessarie senza perdere in competitività, mentre nei kart l’ utilizzo specialmente del roll-bar non permette la massima resa del mezzo. Fino ad oggi solo una volta un pilota disabile laziale ha partecipato ad una gara di kart con i normodotati, ma è stata un ‘eccezione.”

Come vive la velocità sua moglie Patrizia?

“ Fin dagli anni del nostro fidanzamento Patrizia mi è stata sempre vicino condividendo la mia passione per la velocità. Mi rendo conto che, per chi non è pilota, accettare una passione del genere non è proprio facile. Stando ai box deve necessariamente attendere un mio sguardo per capire se è tutto ok. Fin dal primo anno di gara mi bastava guardarla al muretto dei box per capire come stava andando la qualifica della gara, se mi stavo piazzando bene oppure no!

Agli inizi di questa avventura il mio team era formato da me e da Patrizia. Era anche il mio meccanico, team manager e ufficio stampa. Ora il mio team ha arruolato anche una giovanissima componente tutto fare di nome Lucrezia. E’ nostra figlia di 4 anni, principalmente ha il ruolo di fan.”

Quando deciderà di non correre più in pista?

“ Fino a quando la passione sarà più forte delle varie avversità che la vita riserva e fino a quando, ovviamente, la mia famiglia è disposta a supportarmi e sopportarmi”.