La Gazzetta Dello Sport, 24 giugno 2012- by Maria Moroni

 

Nella boxe professionistica il cutman è una figura indispensabile: assiste il pugile durante il match per prevenire e gestire traumi e, prima dell’ incontro, lavora ai bendaggi.

All’angolo, il cutman ha con sé lunghi cotton fioc, guanti in lattice, un preparato sul dorso della mano, un asciugamano freddo e bagnato appeso al collo, un cestello di ghiaccio ed un no-swell o piastra schiaccia-ematomi ,pronto. In Italia, di solito, il cutman è il secondo stesso o addirittura il manager del pugile, quasi sempre senza professionalità specifica.

Da 3 anni c’è Federico Catizone, infermiere professionale specializzato strumentista di sala operatoria, che abbiamo visto all’opera sabato scorso nel Mondialino di a Fregene ma opera anche nel K1 e nella MMA. Il suo modello è Jacob “ Stitch” Duran, cutman della MMA dell’ UFC americana e di vari campioni del mondo, tra cui i fratelli Klischko.

Catizone, strumentista in sala operatoria e cutman: cosa c’è in comune?

“In entrambi i casi l’equipe si sincronizza nei movimenti in tempi prestabiliti e veloci.

All’angolo in meno di 60 secondi il maestro deve consigliare strategie e il cutman intervenire su eventuali tagli, gonfiori, sanguinamenti sapendo usare all’occorrenza il no-swell.”

Come interviene sulle ferite?  

“Pulizia, controllo della posizione e poi pressione con un cotton fioc imbevuto di adrenalina diluita. Passati 45 secondi metto una crema al posto della vaselina per favorire l’assorbimento dell’azione vasocostrittrice dell’adrenalina. Sabato, nela terza difesa dell’ Internazionele Wbc pesi superwelter con l’imbattuto Al Harbi, alla decima ripresa Emanuele Della Rosa è tornato all’angolo con due profondi tagli alla palpebra dell’occhio sinistro. Temevamo la fine del match, invece sono bastate due mie compressioni a tamponare le ferite e per fargli terminare il match, vincendolo poi ai punti.”