Corriere Dell'Umbria, 4 Febbraio 2011- by Maria Moroni

 

Crash.

La vita di Stefano Zuccarini cambia per sempre.

E’ la mattina del 30 settembre 1991 quando, a pochi metri da casa, rimane vittima di un incidente in moto. In quegli anni Stefano era un giovanissimo praticante legale. Si stava recando alla stazione ferroviaria per andare in tribunale a Roma. A quella udienza non arrivò mai…

Qualche settimana dopo lui stesso ascoltò la sentenza più dura della sua vita: una sentenza definitiva, senza possibilità di appello, fatta di sigle e di parole sconosciute: D10, D11, D12, lesione completa ovvero paraplegia da lesione midollare.

Da quel giorno la vita di Stefano cambiò totalmente.

Da quel momento cosa succede?

“ Non è stato assolutamente facile accettare la realtà, organizzarsi ed adeguarsi ad un nuovo stile di vita. Mi mancavano le forti emozioni che provavo solo praticando i miei sport preferiti come l’arrampicata libera ed il motocross, emozioni che ho poi ritrovato nel volo.

Era il 1993 quando, grazie ad un mio amico, sono salito per la prima volta a bordo di  in un aliante e da quel momento, la passione per il volo è aumentata sempre più. Fin da subito capisco che quella disciplina sportiva poteva aiutare a ridarmi grinta e voglia di vivere. Decido, così, di conseguire il brevetto di volo in aliante, ma in quegli anni in Italia a nessun disabile era mai stata rilasciata una licenza  aeronautica.”

Come è riuscito a prendere il brevetto di volo?

“ La svolta e la soluzione del problema ci fu grazie all’articolo 37 del decreto del Presidente della Repubblica n. 566 del 1988, che prevedeva una deroga nel caso che l’eventuale deficienza fisica, non comprometta la sicurezza del volo.

Questa così detta, “clausola di flessibilità”  ha permesso ai portatori di handicap fisico, purchè affetti da una patologia stabilizzata e non evolutiva, di poter accedere ad un corso di pilotaggio ed eventualmente conseguire il brevetto di volo.

Quindi,  l’11 agosto del 1994 il Col. medico Alberto Vincenti dell’ Istituto Medico Legale dell’ Aeronautica Militare per la prima volta rilascia ad un disabile il certificato di idoneità psico-fisica per accedere al corso di pilotaggio ed effettuare la prova pratica di volo in aliante e successivamente l’esame finale. Lato burocratico a parte, ora avevo bisogno di un velivolo modificato con comandi completamente manuali. La Grob, azienda costruttrice tedesca, recepisce prontamente le mie richieste, adeguando un aliante in vetroresina, un Twin III Acro (messo a disposizione dall’ Aeroclub di Viterbo), alle particolari mie esigenze inserendo il comando manuale del timone direzionale, dei  flaps e del sistema frenante.”

Lei è il primo disabile al Mondo con l’abilitazione all’acrobazia, vero?

“ Si, proprio così.

Nel 1996 ho sostenuto il corso di addestramento con 13 ore di volo, di cui 8 da solista e successivamente ho conseguito il brevetto presso l’aeroporto  di Viterbo (VT). E’stato  il primo brevetto di volo chiamato “di seconda classe “ conseguito in Italia da un disabile.

Non contento di ciò, nel 1998, ho deciso di abilitarmi nell’ acrobazia e, sempre nello stesso anno, è inizia la mia carriera sportiva con la prima vittoria del campionato italiano di acrobazia in aliante nella categoria promozione. Proseguo negli impegni agonistici oltre a quelli lavorativi nel campo dell’ avvocatura: sono passato alle categorie superiori (classe club), mi sono classificato 3° al VI campionato italiano multiclasse- classe club competendo con i migliori piloti acrobatici italiani, nel 2007 mi sono qualificato al 2° posto al campionato italiano di acrobazia classe club mentre nel 2010 al 3°. Ho avuto l’ onore di partecipare a due manifestazioni molto prestigiose, la “ giornata azzurra- open day 2008 che è la più importante manifestazione acrobatica dell’ Aeronautica Militare Italiana e, nella metà di ottobre 2010, al “ air show Roma 2010 presso l’aeroporto Urbe di Roma.

Infine sono testimonial del progetto “per volare” ideato insieme al pilota acrobatico, istruttore e costruttore di aerei Pino Cirimele, progetto che ha lo scopo di dare la possibilità di far volare i disabili con gli ultraleggeri appositamente modificati.”

Cos’è per lei il volo, cosa significa volare?

 " Volare nelle mie condizioni di disabilità, oltre ad essere un’esperienza unica, nello stesso tempo mi ha dato la voglia di ritornare a vivere.

Il volo ha un grande aspetto educativo: insegna l’ autocontrollo, rispettare le regole, ti insegna a prendere le decisioni in tempi rapidi e, come tutti gli sport individuali, sei solo con te stesso. Quando volo lascio la mia carrozzina e da quel momento in poi non ci sono differenze con gli altri piloti, in volo siamo uguali. Importante è mettermi alla prova: quando volo sento di essere al limite delle mie capacità psico-fisiche.

Essere in grado di controllare un aereo negli assetti di volo più inusuali e critici e superare situazioni difficili aumenta ogni volta la mia capacità ed esperienza di pilota e mi dona sensazioni dell  quali ho bisogno e alle quali non riesco più a fare a meno.”

E l’acrobazia?

“ L’acrobazia aerea estremizza ed amplifica le emozioni del volo. Per  praticare questo sport occorre  precisione di pilotaggio, capacità di gestione delle emozioni e lucidità  operativa. L’ acrobazia, lungi dall’essere  improvvisazione, presuppone un ferreo controllo di parametri del volo. Nulla è dato al caso.”

Quando è in volo ha paura?

“ In questo sport la paura è un elemento costante. Il volo ed in particolare l’ acrobazia non  consentono sbagli. Con  il volo raggiungo il  limite delle mie capacità. E’ normale aver paura, ma è anche stimolante vincerla.”

Come ha reagito la famiglia quando gli ha comunicato che voleva volare?

“ Fortunatamente non mi hanno mai ostacolato, è superfluo dire che hanno sempre un pizzico di preoccupazione ogni volta che sono in aliante, ma fortunatamente hanno capito che per me è irrinunciabile.”

Qual è il suo sogno nel cassetto?

“ Il mio sogno è quello di progredire nella mia attività agonistica e raggiungere la massima  categoria detta “Illimitata” gareggiando, così, in competizioni europee e, perché no, mondiali. Sarebbe anche bellissimo continuare a partecipare come pilota ai vari display acrobatici delle tante manifestazioni aeree internazionali per poter mostrare al pubblico quali emozioni può regalare un aliante che evoluisce silenzioso nel cielo blu.

Emozione fortissima per il pilota, ma anche spettacolo indimenticabile per chi osserva a naso in su.”