(mma) VERGINELLI E QUELLA LOTTA NATA IN GRECIA

La Gazzetta Dello Sport/Roma, 1 Luglio 2009- by Maria Moroni

 

In origine era il Pancrazio, ovvero un tipo di combattimento presentato la prima volta in Grecia alle Olimpiadi del 648 a.C. dove i lottatori usavano, a mani nude, qualsiasi tecnica per sconfiggere l’avversario. Oggi, dal Pancrazio si arriva alle Mixed Martial Arts, passando per il Valetudo brasiliano. Un atleta delle arti marziali miste deve saper combattere in varie differenti discipline sportive e, come ai tempi del Pancrazio, deve saper tirare di boxe, conoscere le tecniche di calci e ginocchiate, saper fare la lotta libera con le sue proiezioni e la lotta al suolo. Michele Verginelli, romano doc, classe 1973, è uno dei pochi atleti italiani di Mma conosciuto in tutto il mondo.

Nel 1999 è stato il 1° atleta italiano a disputare il 1° incontro di Valetudo in Italia affrontando l’olandese Rodney Faverus.

 Come si è avvicinato a questa disciplina?

“A 18 anni ho iniziato a praticare le arti marziali e gli sport da combattimento. Ben presto sono riuscito ad ottenere importanti risultati vincendo vari titoli di sanda, varie gare di Oktagon Roma, Oktagon Millenium, la Sfida 3, European K1 e dulcis in fundo il primo “Cage” fight europeo.

Perché ha deciso di combattere soprattutto all’estero?

 “In Brasile, Usa, Giappone, Inghilterra, le Mma sono una disciplina sportiva molto conosciuta e praticata”.

Come si prepara per un match?

“Quotidianamente mi alleno di boxe, brasilian jujitzu, thai boxe, muay thai, vari stili di lotta e molta preparazione atletica. Come lavoro faccio il personal trainer il bodyguard. Sono lavori che mi permettono di trasferirmi per lunghi periodi all’estero”.

Quali sono i suoi prossimi appuntamenti agonistici?

 “ Dopo la vittoria a Londra contro l’idolo di casa Pierre Guillet per il UWC10, mi sto allenando per poter combattere un’altra volta fra qualche settimana”.

 

 

(orienteering) SBARAGLIA, LA REGINA DI SUBIACO

La Gazzetta Dello Sport/Roma, 8 Aprile 2009- by Maria Moroni

 

Una carta topografica ed una bussola sono gli strumenti necessari e sufficienti per provare l’orienteering: disciplina sportiva che si può praticare nei boschi e in città.

Lo scopo è di compiere un percorso (libero) nel minor tempo possibile, con passaggi obbligati segnati su una cartina che verrà consegnata prima della partenza, studiando, quindi, il tragitto più veloce. In questo sport vince colui che è in grado di orientarsi più rapidamente e di fare le scelte di percorso migliori. Raggiunto il punto di controllo, si dovrà registrare il passaggio sul proprio testimone di gara.

Studio e sport Maria Novella Sbaraglia, 26 enne di Subiaco, ha trovato sempre il tempo per lo studio e lo sport: ha studiato violino fino all’ottavo anno al Conservatorio dell’Aquila, ora è impegnata al I anno della specialistica in ingegneria ambientale ed è anche l’atleta italiana che, nella categoria donne, ha vinto più titoli italiani juniores partecipando alle discipline dello sprint, distanza middle e distanza long. Dal 2001 al 2003 ha partecipato a 3 Mondiali, con la squadra nazionale junior. E dal 2005 fa parte della nazionale assoluta.

Segreto Nel 2007, Maria Novella ha conquistato un’altra importante vittoria: il titolo italiano nella sua disciplina preferita, la distanza middle. Amante della natura, dopo aver praticato contemporaneamente all’orienteering il kayak, ha scelto l’ orienteering. “Questo è uno sport individuale che insegna a conoscersi meglio- spiega la Sbaraglia- ed a capire i propri limiti fisici e psicologici. Quando affronti un percorso di gara, si è soli con se stessi e devi conoscerti bene per capire qual è la scelta migliore. Questo sport mi ha formato, l’ho iniziato da adolescente, ed ho  imparato a fare affidamento solo su me stessa e a sacrificarmi.  

Gli allenamenti? Un po’ a Roma, alle Terme di Caracalla, e un po’ nei boschi di Monte Livata, intorno a Subiaco, per quelli specifici.”

(parkour) A ROMA PARKOUR E NON SOLO

La Gazzetta Dello Sport/Roma, 22 Marzo 2009 - by Maria Moroni

 

Correre, strisciare, saltare, rotolare, muoversi tra gli spazi urbani nel modo più efficiente possibile è la filosofia del Parkour, ovvero l’arte dello spostamento, sport di strada nato in un quartiere alla periferia di Parigi negli anni ‘80.

Muretti, marciapiedi, viali e persino una colata di cemento possono diventare palestre a cielo aperto.

Tutto questo con un obiettivo: riuscire a muoversi, a spostarsi, a correre, attraverso una città, superando tutte le normali barriere architettoniche, non fermarsi mai, dunque, davanti agli “ostacoli urbani”, ma adattarsi continuamente.

Il parkour ha iniziato a diffondersi in Italia attraverso la rete.

Dal virtuale al reale il passo è stato breve: sono nate numerose associazioni sportive che hanno organizzano raduni in tutta Italia.

Da venerdì a ieri, la città di Roma ha partecipato con ben due eventi organizzati entrambi all’interno dell’VIII Municipio: l’associazione romana PKR( www.EcceParkour.eu) presso il Teatro di Tor Bella Monaca ha dato vita ad una tre giorni all’insegna del puro Parkour, aperto a tutti i traceurs d' Europa, pronti ad allenarsi e confrontarsi.

Hanno partecipato 124 atleti rappresentanti di ben 10 Nazioni allenandosi dalle 10 del mattino fino le ore 18.00 con stretching finale.

Si è esibito anche il gruppo internazionale di traucers  “Parkour Generations”.

Mentre a Torre Maura si è svolto l’altro evento organizzato dall’associazione StreetArts.org, manifestazione completamente dedicata alle arti di strada.

I partecipanti sono stati protagonisti di una giornata di sport, musica, acrobazie e street Art: oltre al Parkour, infatti, si sono svolte esibizioni di “basket free style”, breakdancers e writers, il tutto al ritmo della musica hip hop che ha fatto da colonna sonora all’intera manifestazione.

 

 

 

 

(boxe dilet) ROBERTO CAMMARELLE: "HO ANCORA TANTA VOGLIA DI STUPIRE"

Corriere Dell'Umbria, 19 Gennaio 2009- by Maria Moroni

 

Tra i 10 azzurri convocati non poteva mancare il vincitore della medaglia d’oro alle ultime Olimpiadi di Pechino 2008, categoria di peso +91 kg, Roberto Cammarelle.

Roberto è nato a Cinisello Balsamo (MI) dove i genitori si trasferirono prima della sua nascita dalla Basilicata. Dopo aver scoperto la passione per la boxe in tenera età, a 14 anni, iniziò a gareggiare nella società pugilistica "Rocky Marciano" di Cinisello, vincendo il primo titolo italiano, come Under 16, nel 1995. Dal 2000 fa parte delle Fiamme Oro, la squadra sportiva della Polizia di Stato.

In nazionale è dal 1997, gareggia dal 2002 nella categoria supermassimi.

Ha vinto, consecutivamente, tutti i campionati italiani dal 2000 al 2006, dei quali i primi due disputati nella categoria dei supermassimi.

Sportivamente parlando, cosa si aspetta dal nuovo anno appena iniziato?

“ Il calendario è pieno di appuntamenti chiamati dual match da disputare in Italia e, sempre nel nostro Paese, ci saranno i Giochi del Mediterraneo alla fine di Giugno, per poi arrivare al grande appuntamento del campionato del Mondo dilettanti previsto dal 1° Settembre proprio a Milano.

In questo modo spero che, disputando molti match in Italia, possiamo essere seguiti in modo più costante dai media senza attendere i prossimi Giochi Olimpici del 2012 !!!

Cosa significa gareggiare nel proprio Paese rispetto all’Estero ?

“ E’ certamente più appagante perché hai gli occhi addosso, situazione alla quale noi pugili italiani siamo poco abituati perché non sempre siamo il centro dell’attenzione mediatica. Questo sicuramente porterà una tensione particolare.“

Quali progetti ci sono nella sua vita privata?

“ In questo momento progetto una famiglia che pian piano si sta costituendo e mi auguro ogni bene per tutti, insomma, dopo aver girato tutto il Mondo grazie allo sport, ora ho proprio intenzione di iniziare a fare progetti definitivi.”

Riprendere gli allenamenti dopo le festività natalizie quanto è difficile?

“ E’ sempre molto difficile ricominciare dopo un periodo di rilassamento.

Rispetto agli altri atleti, ho ricominciato con il mio programma personalizzato a causa di alcuni continui problemi alla schiena.

Infatti, il mio programma prevede lo scambio di una seduta di allenamento con una seduta di fisioterapia.”

Ripensando ai Giochi di Pechino 2008 è il caso di dire che l’allievo ha superato il maestro, che effetto fa avere anche questo primato?

“ E’ stata un’immensa soddisfazione non solo per me, ma anche per Damiani, il quale, fin da subito, ha detto che in questo modo si sente ripagato di una medaglia d’oro che non è riuscito ad acciuffare durante la sua carriera da atleta. “

E’ voce di qualche mese fa del suo ritiro dal pugilato dopo i campionati del Mondo di Milano, è così?

“ Ho ancora tanta voglia di stupire me stesso e gli altri, quindi dico vediamo…

Sicuramente disputerò i vari match fino alla termine del 2009 e poi valuterò anno per anno in base alle situazioni che si andranno a creare ed agli stimoli nuovi che nasceranno.”

Da qualche tempo ha deciso di vivere a Santa Maria degli Angeli, come si trova?

“ La città è molto a misura d’uomo, certamente adatta per una certa stabilità che in questo momento desidero”.

Ha nostalgia di Milano?

“ Quello che mi manca sono i miei genitori e gli amici che ovviamente sono lì.”

Che ne pensa della scelta di Clemente Russo di partecipare ad un reality, lei lo farebbe ?

“ Ha fatto bene perché ha un carattere estroverso e questa scelta rientra nel suo modo di vivere.

A me, invece, avere per più di 10 minuti consecutivi la telecamera addosso non mi fa vivere a mio agio e quindi, quando anche a me hanno proposto di parteciparci, ho preferito rinunciare”.

 

(volley) "DELUSO DALLA FEDERAZIONE, A SPOLETO SONO TRA AMICI"

Corriere Dell'Umbria, 21 Ottobre 2008- by Maria Moroni 

 

La Monini Marconi, in questo avvio di campionato, sembra riuscire ad inanellare un risultato dopo l’altro.

In vetrina ci sono le quattro vittorie consecutive. Inoltre portare in squadra, oltre al nuovo direttore generale Fabrizio Buttarini, anche l’ex arbitro internazionale Massimo Menghini nel nuovo ruolo di team manager, non è cosa di tutti i giorni.

Un vero e proprio “colpaccio“ della dirigenza spoletina.

Il folignate Massimo Menghini vanta un’onoratissima carriera durata ben 37 anni nella Federazione Italiana Pallavolo ricoprendo il ruolo di arbitro, fino a ricoprire il ruolo di arbitro internazionale.

“Mi sto rimettendo in gioco con un’altra esperienza”– afferma Menghini. Dopo tutti questi anni trascorsi tra una partita ed un’altra è impensabile riuscire ad abbandonare lo sport.

Ho concluso la mia carriera di arbitro per limiti di età raggiungendo i massimi risultati possibili, compresa la nomina del Cio di arbitrare la finale femminile delle ultime Olimpiadi, quelle di Pechino, lo scorso 23 Agosto 08 tra gli Stati Uniti e Brasile.” Questa esperienza- ha continuato Menghini-mi ha riempito di gioia e dato, aihmé, qualche amarezza, perché, a dir la verità,  il dopo Pechino lo immaginavo un po’ diverso, con un incarico federale che invece non c’è stato.

Tra le varie proposte ho accettato quella della Monini Marconi, perché, prima di tutto, sono degli amici e poi mi affascina l’idea di passare dall’altra parte della barricata se così si può dire. Sono una manciata di giorni che conosco i ragazzi della squadra e posso subito dire che mi hanno accolto molto bene-conclude l’ex fischietto. Sicuramente la prossima trasferta, quella di Gela, servirà per conoscersi meglio e cercherò di dare loro l’interpretazione delle regole di gioco in modo che possano capire meglio il ruolo dell’arbitro visto che è un elemento fondamentale della partita, tutto questo potrà servire a cercare di eliminare nervosismi che possano far perdere la concentrazione durante il gioco”.